Bollicine o fermo? #78
Stavo quasi per saltare l’appuntamento di questa settimana, tra casini sul lavoro, impegni, corse a destra e a sinistra, e vortici kafkiane amministrativi - tipo un comune dell’appennino forlivese che ti manda una richiesta di 320 euro per una multa non pagata di 5 anni fa, tranne poi, per fortuna, trovare la multa pagati di 5 anni fa, scrivere al comune di cui sopra che risponde: ah ok ci eravamo sbagliati a posto! - ma poi ho detto: ho un paio di link carini e giusti giusti per rovinare questo fine settimana sanremese: perché non condividerli?
(via Astutillo Smeriglia)
Sarà comunque una puntata più breve.
Inizio presto e finisco presto
Cominciamo!
Da 20 anni fa alla fine del mondo
Facebook, trattori e fine del mondo?
Ridiamo e facciamo meme sulle fake news e sul populismo. E in effetti solleticano l’ironia, ma saranno probabilmente la causa della nostra estinzione.
Partiamo da un evento che, vent’anni fa, sembrava piuttosto innocuo.
https://www.wired.it/article/facebook-20-anni-declino-scandali/
Il buon vecchio Davide Piacenza - se non lo seguite vi invito a iscrivervi alla sua newsletter Culture Wars! - fa un percorso di questi venti anni passati assieme a facebook.
Come si può intuire, il resoconto non sarà proprio positivo.
Uno degli elementi che nell’ultimo periodo ha caratterizzato di più facebook e soprattutto il suo rapporto con la realtà sono state le fake news, la loro proliferazione e la propaganda di un populismo becero e pericoloso.
Proprio in questi giorni, sul consiglio del sempre puntuale, preciso e disponibilissimo Lollo, ho cominciato un libro divertente e interessante: Miti vaganti di Tommaso Braccini.
Certo, il fatto che miti, leggende e storie metropolitane esistano da quando esiste la civiltà non è sconvolgente, ma tracciarle e farne la storia, oltre che affascinante, ci permette anche di trovare elementi comuni in storie distanti nel tempo. E uno degli elementi che accomuna fabulazioni del passato a fake news moderne è:
È soprattutto il cambiamento (vero o presunto) a rivelarsi destabilizzante. Molte leggende contemporanee, ieri e oggi, rivelano in effetti il tentativo di venire a patti con esso e razionalizzarlo in una narrazione.
La paura di cambiare. Dimentichiamo sempre che la pigrizia è il motore portante dell’umanità. Direi quasi di ogni forma di vita.
E qui, si arriva ai trattori:
(Notizia illustrata dall’IA, dal canale telegram https://t.me/notizieIA )
Perché, per chiudere con una citazione lapidaria dalle Unpanishad (un insieme di testi religiosi e filosofici indiani )
Tam yathā yatopaste tadeva bhavati
Diventiamo ciò che pensiamo
Upanishad X, 5, 2, 20
Per chi mastica l’inglese aggiungo anche questa newsletter sulla scrittura con un consiglio tanto banale quanto utile: quando il testo disorienta, concentriamoci sul contesto.
E’ svilente, ma è così. Di fronte a crisi complesse e ardue la comunicazione è ad appannaggio di chi fornisce soluzioni semplici, immediate e che ci permettano di continuare lo stile di vita comodo che facciamo.
Non si può rispondere alla semplicità con la complessità, non si può affrontare un problema contro chi nega sempre, come insegnano i grandi filosofi:
Non ci rimane che brindare alla fine del mondo, mentre continuiamo a spremere ogni cosa, in barba ad ogni regola.
Bollicine o fermo?
(bollicine perché non sopporto chi dice bolle, beviamo una bolla e cose del genere).