Gli Stefani, le poesie e le ansie #14
Buon venerdì a tutti. Se siete qui probabilmente sapete già tutto di questa newsletter, che si chiama L’insostenibile leggerezza dell’internet, in caso contrario potete spulciare qualche vecchia puntata. Io sono Stefano Rossini, cambio umore col tempo e in base a quello che leggo, come scrissi in un vecchissimo articolo che venti anni fa presentavo come mia biografia e oggi è ancora valido: http://www.pedetemptim.com/stefanorossini.html
Poesia e delirio
Sono da sempre appassionato di poesia, e forse questo spiega anche in parte la mia instabilità mentale. Tra i miei primissimi amori Charles Baudelaire (ho parlato di due suoi libricini su Tu, io e Proust) e Dino Campana, il poeta matto di Marradi. Per chi non lo conoscesse, bio e qualche poesia qui:
https://www.minimaetmoralia.it/wp/letteratura/dino-campana-un-genio-da-manicomio/
Di poesia e non solo ho avuto la fortuna di parlare, questa settimana, in radio, con Isabella Leardini, poetessa riminese, direttrice del Centro di poesia contemporanea di Bologna, che organizza e tiene corsi di poesia e scrittura creativa in tutta Italia e anche in alcune scuole riminesi.
Il suo primo libro di poesie è stato introdotto da Milo De Angelis, che, per quanto mi riguarda, ha scritto una delle poesie che tuttora sento più vicine.
Occhio, il tema è la morte, l’indicatore non punta su joie de vivre. Prima di leggerla, per compensare, scorrete in alto e osservate per alcuni secondi Spongebob.
https://www.leparoleelecose.it/?p=19243
Tra le parole di Isabella mi ha colpito la ricerca di un approccio alla poesia che sia anche ludico e divertente. C’è un pensiero strisciante che ci porta a considerare la poesia solo come tristezza e macerazione. Per carità, sono sentimenti che non mancano, e che nella poesia trovano un luogo d’elezione, ma i versi sono animali giocosi, e la mente - per tornare a Spongebob - si diverte a saltellare tra stati d’animo molto lontani e a seguire accostamenti bizzarri, come un ombrello su una macchina da cucire.
La poesia può essere leggera. Nell’accezione di leggerezza di Italo Calvino.
Avete mai sentito parlare, ad esempio, del Burchiello?
Nominativi fritti e mappamondi
e l’arca di Noè fra due colonne
cantavan tutti chirïeleisonne
per l’influenza de’ taglier’ mal tondi.La Luna mi dicea: – Ché non rispondi? -.
E io risposi: – Io temo di Giansonne,
però ch’io odo che ‘l dïaquilonne
è buona cosa a fare i capei biondi -.Per questo le testuggini e i tartufi
m’hanno posto l’assedio alle calcagne,
dicendo: – Noi vogliam che tu ti stufi -.E questo sanno tutte le castagne:
pei caldi d’oggi son sì grassi i gufi,
ch’ognun non vuol mostrar le sue magagne.E vidi le lasagne
andare a Prato a vedere il Sudario,
e ciascuna portava l’inventario.
Qui qualche info su di lui: https://imalpensanti.it/2018/11/il-nonsense-del-burchiello-nominativi-fritti-e-mappamondi/
O ancora dei Leporeambi, le poesie del Leporello: https://www.nazioneindiana.com/2008/07/08/tre-leporeambi/
Per non parlare di tanti autori moderni, da Guido Catalano a Michele Mari che ha scritto Cento poesie d’amore a LadyHawke. E ripenso anche ai bravissimi poeti del poetry slam, tra i miei preferiti: Antigone.
E il mio ultimo amore in ordine di tempo: Alessandra Carnaroli https://www.doppiozero.com/materiali/50-tentati-suicidi-piu-50-oggetti-contundenti
Non ci sono ebrei prima del nazismo
Piacevole questa settimana, vero? Verrebbe voglia di smettere di pensare e scivolare nel nulla.
Non parliamo delle deliranti asserzioni di Lavrov su Hitler e gli ebrei, che non voglio neanche linkare, ma di due affermazioni molto simili che ho trovato in due libri molto diversi: Il sistema periodico di Primo Levi e Vita e destino di Vasilij Grossman.
In soldoni entrambi gli autori, il primo su di sé, il secondo su un suo personaggio, dicono che fino a prima dell’avvento del nazismo e del fascismo, non avevano mai pensato al loro essere ebrei. Erano poco praticanti e disinteressati alle loro tradizioni, e anche alle persone attorno a loro, colleghi e amici, la cosa non interessava. Quello che è successo, è stato tutto merito della propaganda.
Su guerra, propaganda, cultura, ragioni e poesia, vi giro questa lunga discussione su twitter (in inglese) ricca di spunti.
Volevo ora parlare di ansia e altri problemi, ma il tristometro è andato fuori scala, quindi terrò questi argomenti per la prossima settimana e vediamo di chiudere con qualcosa, se non proprio allegro, almeno di meno angosciante.
Non ci riesco! In un mondo delirante, la schizofrenia potrebbe salvarci: https://www.pangea.news/elemire-zolla-schizofrenia-barbara-obrien/
Pot-pourri finale
I bizzarri personaggi e animali dei codici medievali
Il riassuntone di tutto: viva i dubbi!
Chiudiamo con quello che viene considerato il primo meme della storia:
Siamo arrivati in fondo alla newsletter di questa settimana. Spero vi siate incuriositi a leggere e cliccare link. Se vi è piaciuta diffondetela per l’aere virtuale e reale, linkate, iscrivetevi (se non siete già iscritti) e avviate squadre di iscrizione forzate per tutti i vostri contatti che ancora - chissà perché - rifiutano di far parte di questo bellissimo conciliabolo.
Alla prossima settimana