La vita, il futuro, la pioggia #12
Come vola il tempo! Sembra ieri che abbiamo cominciato la newsletter e invece sono già passate dodici settimane! Ma quante settimane abbiamo in totale? Una vita umana di 90 anni ne ha così:
Il tempo di scrollarci di dosso l’angoscia nel vedere così pochi quadratini disposti in fila davanti ai nostri occhi, e possiamo proseguire: questa è L’insostenibile leggerezza dell’internet, e io ne sono l’infido autore, Stefano Rossini.
Cominciamo.
Ars longa, vita pure?
La vita è breve, lo sappiamo tutti anche se spesso cerchiamo di non pensarci. Ognuno ha i propri riti apotropaici. Io ad esempio tutte le volte che passo davanti alle locandine mortuarie faccio il conto degli anni di vita accumulati del defunto e conto, se fossi lui, quanti ne mancherebbero anche a me. Allegria, vero?
(fonte: Marco Noel)
Questi pensieri mi balenano con una certa frequenza, ma mi sono tornati con foga questa settimana dopo la lettura di questo articolo molto bello e molto lungo
https://www.dissipatio.it/luomo-che-invento-il-futuro-julian-huxley/
dedicato a Julian Huxley, fratello del più conosciuto Aldous. Aldous è l’autore del romanzo distopico Il mondo nuovo, scritto nel 1932 e ambientato in un futuro molto lontano (circa il 2500). A differenza di altre distopie, come ad esempio quella di Orwell, i protagonisti vivono in un mondo in cui tutto è pensato per fare di loro persone felici, soddisfatte e senza pensieri. Il processo comincia prima della loro nascita con l’intervento sui feti.
Per inciso, qui, qualche mese fa, ne parlavo su Tu, io e Proust
Cosa c’entra in tutto questo il fratello Julian? Molte delle teorie su cui si basa il romanzo, soprattutto quelle legate all’eugenetica, sono state studiate e sostenute proprio da lui, Julian Huxley, che fu anche il presidente della British Eugenics Society e fondatore del WWF. L’eugenetica, come spiega bene l’articolo, è un terreno scivolosissimo, amatissima dai nazisti, e ripresa in quest’ultimo quarto di secolo dai luminari della Silicon Valley.
Ma d’altronde, come ci insegna il dottor Frankenstein (si legge Frankenstìn), il sogno dell’uomo è sempre stato quello di oltrepassare i limiti imposti dalla natura.
A proposito di Frankenstein e di letteratura di fantascienza:
Chiudiamo questo primo paragrafo mettendo assieme proprio libri e nazisti. Qualche mese fa mio figlio ha manifestato, tra le righe, l’intenzione di leggere il Mein Kampf, l’abominevole manifesto hitleriano. Al momento mio figlio non ha tendenze naziste e fasciste, e spero non le abbia mai in futuro (ah! Buon 25 aprile, buona festa della liberazione dal nazi-fascismo), capisco che è più il desiderio di addentrarsi tra le pagine di un libro maledetto. Un libro, fortunatamente, molto noioso e poco avvincente:
https://www.wittgenstein.it/2016/06/12/mein-kampf/
Felici come un nonno felice
Il tema delle distopie e delle guerre mi ha portato, per vie piuttosto tortuose, a ritrovare un vecchio modo di dire molto usato quando ero un ragazzo: scemo di guerra, usato per offendere qualcuno e dargli del tonto, del coglione, qualcuno che non ha idea del contesto in cui si trova, insomma.
Come altre parole e modi di dire usati con leggerezza - come ad esempio ambaradam, che significa caos, confusione, ma non, stranamente, violazione della convenzione di Ginevra https://www.viaggiatoriignoranti.it/2021/05/amba-aradam-la-montagna-della-vergogna-italiana.html - anche scemo di guerra deriva da una storia tremenda, quella dei soldati tornati psicologicamente distrutti dall’esperienza della prima guerra mondiale: https://www.sentinellelagazuoi.it/sanita/scemo-di-guerra
Per fortuna i tempi cambiano, e la maggior sensibilità della società fa in modo di essere attenta alle fragilità e alle criticità (ahahahah! certo, credici). Basta guardare una puntata di Nonno Felice, di un paio di decenni fa:
Primavera e pioggia
So che molti amici e lettori non apprezzeranno quello che sto per scrivere, ma: che bella la pioggia! Che bello il suono dell’acqua che picchietta sui tetti e sulle foglie e quell’aria carica di umido silenzio.
Quest’anno in realtà nessuno può lamentarsi. L’inverno è stato siccitosissimo, e se non piovesse un po’, come sta facendo ora, sarebbe davvero una brutta cosa.
Questa settimana la puntata che riproponiamo per La vita segreta delle parole è proprio pioggia (a breve ricominciamo con le puntate nuove):
Ogni volta che piove penso al racconto di Ray Bradbury, Pioggia infinita, che potete leggere integralmente qui: https://mydbook.giuntitvp.it/app/books/GIPR_P1870125H/html/254
Da cui fu anche tratto l’episodio omonimo del film di fantascienza L’uomo illustrato
(fonte: Dominick Carachilo)
Pioggia o non pioggia è primavera, e ho riletto con piacere queste bellissime righe di Tolstoj. L’incipit di Resurrezione
"Per quanto gli uomini, riuniti a centinaia di migliaia in un piccolo spazio, cercassero di deturpare la terra su cui si accalcavano, per quanto la soffocassero di pietre, perché nulla vi crescesse, per quanto estirpassero qualsiasi filo d’erba che riusciva a spuntare, per quanto esalassero fiumi di carbon fossile e petrolio, per quanto abbattessero gli alberi e scacciassero tutti gli animali e gli uccelli, – la primavera era primavera anche in città. Il sole scaldava, l’erba, riprendendo vita, cresceva e rinverdiva ovunque non fosse strappata, non solo nelle aiuole dei viali, ma anche fra le lastre di pietra, e betulle, pioppi, ciliegi selvatici schiudevano le loro foglie vischiose e profumate, i tigli gonfiavano i germogli fino a farli scoppiare; le cornacchie, i passeri e i colombi con la festosità della primavera già preparavano nidi, e le mosche ronzavano vicino ai muri, scaldate dal sole.
Allegre erano le piante, e gli uccelli, e gli insetti, e i bambini. Ma gli uomini – i grandi, gli adulti – non smettevano di ingannare e tormentare se stessi e gli altri. Gli uomini ritenevano che sacro e importante non fosse quel mattino di primavera, non quella bellezza del mondo di Dio, data per il bene di tutte le creature, la bellezza che dispone alla pace, alla concordia e all’amore, ma sacro e importante fosse quello che loro stessi avevano inventato per dominarsi l’un l’altro."
Pot-pourri finale
Abbiamo parlato tanto di vita e di morte, ma nulla sul dopo vita. Questo argomento lo lasciamo velocemente al professor Barbero che ci suggersice due nomi di persone che potrebbero in questo momento bruciare all’inferno:
L’instagram delle suore? Ecco suoragram: https://www.instagram.com/suoragram_/
Siamo arrivati alla fine di questa lunga newsletter. Spero abbiate apprezzato il tempo passato qui, e vi aspetto la prossima settimana! Ciao!