Un futuro grigio e senza amici? #92
Salve a tutte e tutti, questa è l’insostenibile leggerezza dell’internet. Se vi arriva a casa sapete già tutto, se ci siete capitati casualmente scoprirete che questa è la vostra newsletter preferita, quindi bando agli indugi e cominciamo!
Fantascienza bianca e fantascienza colorata
Il modo della fantascienza di guardare al futuro si riflette non solo nei temi trattati e nel messaggio, che può essere di speranza o di disperazione e sconforto, ma anche nei colori. Negli anni ‘70, ad esempio, tanta fantascienza era asettica, bianca, come una stanza di ospedale. Penso a THX1138, Spazio 1999, ma anche allo stesso Star Wars (gli interni delle navi, la morte nera e anche le divise delle truppe imperiali). Negli anni ‘80 con colori più caldi, negli anni ‘90 molto verde (color monitor fosfori verdi, come Matrix), etc.
Questo articolo di Shutterstock propone alcune palette ispirate dai film di fantascienza: https://www.shutterstock.com/blog/sci-fi-color-palettes
Questo pensiero sui colori della realtà in cui viviamo (che ormai è una realtà di fantascienza) mi è nato da una sensazione che sto provando ultimamente e che ora ha trovato un riscontro.
Sarà che come tutti gli uomini che invecchiano mi sto avvicinando al giardinaggio, e provo un nuovo senile piacere nel vedere come a primavera ogni piantina si esprima con mille colori diversi, ma negli ultimi mesi, per contrasto, mi è sembrato che gli artefatti della nostra cultura siano diventati sempre più incolori.
Automobili, oggetti di uso quotidiano, edifici, tutto oggi è tendenzialmente bianco o grigio. Per lunghi mesi ho pensato che tutto questo fosse solo una mia personale considerazione. Poi proprio qualche giorno fa sono incappato in questo.
I dati hanno riportato una riduzione progressiva della diversificazione dei colori a partire dal Novecento circa, fino ad arrivare a una predominanza di scale di grigio con il nuovo millennio. Il motivo principale dello scarto rispetto all’Ottocento è il cambiamento dei materiali e l’industrializzazione: molti oggetti che venivano prodotti artigianalmente usando materiali diversi come legno, bronzo, ottone, sono stati sostituiti da altri, prodotti in catene di montaggio usando materiali più convenienti economicamente, più facili da lavorare o più resistenti
Partendo da questa personale ricerca sui colori, grazie alla serendipità, ho trovato una preziosa perla inattesa:
Ho sperato che fosse vero, invece è un’altissima performance (come si racconta nella descrizione del video qui)
In ogni caso, secondo ilManifesto e lo scrittore di fantascianza Cory Doctorow, i colori sono stati comprati davvero e ce li stanno rubando!
https://ilmanifesto.it/aiuto-rischiano-di-sparire-tutti-i-colori-del-mondo-digitale
Anche Gaza, in questi ultimi due anni, è passata da città piena di sfumature, a luogo color grigio macerie. A riportare un po’ di colore, per quanto amaro, desolato e funesto, ci ha pensato lo scorso venerdì a Rimini l’iniziativa L’ultimo giorno di Gaza che ha steso, anzi, fatto stendere, nella centrale piazza Tre martiri, i vestiti di più di 1.100 bambini, per cercare di evocare l’altissimo numero di bambini morti a Gaza (oltre 17mila).
Uno degli organizzatori, Jonathan Montomoli, racconta com’è nata l’iniziativa.
Ancora colori, ancora diversi. Questi vengono dal passato.
Sono il libro delle figure di Gioacchino da Fiore, con fantastiche infografiche medievali:
https://www.centrostudigioachimiti.it/tavole-liber-figurarum/
e un antico libro arabo di ingegnosi macchinari:
https://aljazaribook.com/en/list-of-ingenious-mechanical-devices/
Libri e solitudini
Il futuro ci porta solo imbiancature e ingrigimento? No, anche fantastici rimedi per la solitudine.
L’ultima puntata della newsletter Edamame, racconta che Mark Zuckerberg ha presentato uno dei progetti più ambiziosi (e inquietanti) di Meta: creare amici virtuali con l’AI per colmare i vuoti relazionali.
Per chi vuole andare direttamente alla fonte:
https://x.com/romanhelmetguy/status/1917656951174947075
Se invece non volete amici virtuali, ma con il computer preferite rapporti asettici e professionali, potete provare Ice cold, una modalità di Chatgpt che lo fa diventare freddo e robotico e non amichevole e chiacchierone. Basta dare al prompt le istruzioni scritte in questo post.
Sicuramente la solitudine può portare a gesti disperati e fantastici come quello che vedrete tra poche righe. Quando sono incappato in questo reel per la prima volta mi sono subito chiesto: come è possibile aver vissuto fino ad oggi senza saperlo?, e come è possibile che non l’abbia fatto io?
La solitudine ha un luogo sulla terra? Sì. Il polo dell’inaccessibilità. È il punto dell'oceano Pacifico più lontano da qualsiasi terra emersa. 2.688 chilometri dalla costa più vicina. Gli esseri umani più prossimi sono gli astronauti della stazione spaziale internazionale quando passa in zona.
Stranamente (coincidenze? Io non credo) è il luogo in cui, secondo gli scritti di HPL, si trova, inabissata, la città di R’lyeh, dove dorme il grande Cthulhu.
Non dimentichiamoci dei libri! La scorsa settimana ho partecipato insieme a Paolo Vachino alla presentazione del nuovo libro di Michele Marziani, Il bandito, di cui abbiamo parlato anche a Tu, io e Proust.
A proposito di presentazioni, per chi passa da Rimini, la prossima settimana, mercoledì 21 maggio alle 18,30, sempre alla Feltrinelli di Rimini, torno a chiacchierare con Rick Dufer che presenta il suo nuovo libro.
Pot-pourri finale
Partiamo con una carta di Munchkin (gioco sempre divertente, se non lo conoscete giocatelo al più presto), disegnata da John Kovalic che ci ricorda una regola aurea in tutti i giochi (e non solo…)
Nazisti!, da sempre i cattivoni preferiti del cinema! Avremmo potuto vederli in questo capolavoro, che però non verrà mai fatto! :(
Chiudiamo con una mappa: se tutte le terre del sistema solare finissero in una sola carta.
E questo è tutto!