Prefunghi algoritmi e altre cose di cui si parla spesso #79
È l’ultimo sabato di febbraio, e con una tenacia che mi è aliena, ecco a voi l’appuntamento di questa settimana con L’insostenibile leggerezza dell’internet, la newsletter che tutti voi aspettate più di Godot.
Come sempre qualche riflessione e tanti contenuti raffazzonati.
Cominciamo!
Funghi e nasi (non da fungo)
Sto leggendo tante nuove cose belle sui funghi. Per me i funghi stanno diventando non solo un’ossessione (non parlo solo di funghi edibili) ma una vera e propria chiave di lettura del mondo.
Sto scivolando dentro questo libro:
sempre tenendo a portata di mano l’amato Fungo alla fine del mondo. Merlin Sheldrake è un giovane micologo britannico che ci porta alla scoperta della vita dei funghi. Più info nelle prossime puntate, ma ora voglio condividere con voi questo video dal suo profilo di twitter (o X se preferite) in cui, dopo aver fatto germogliare funghi da una copia del suo libro, li ha raccolti, cotti e mangiati.
https://twitter.com/MerlinSheldrake/status/1275475741682122753
Un libro sui funghi su cui crescono funghi?! Fantastico
Chiudiamo l’argomento libri con il nuovo Tu, io e Proust in cui finalmente ho portato il libro su Il vecchio della montagna
E prima di scivolare nella voragine del bianconiglio del prossimo punto della newsletter, una comunicazione: andate a Forlì a vedere la mostra sui preraffaelliti. Sono di parte, è vero, ho amato la confraternita sin da ragazzo, le opere e la filosofia di Dante Grabriel Rossetti e anche lo slancio del padre, Gabriele Rossetti, nei confronti di Dante, ma il percorso dell’esposizione è oggettivamente ben realizzato. Più di 350 opere che partono dai dipinti italiani che ispirarono gli artisti inglesi, e poi si concentrano sui loro lavori.
Sull’amore dei preraffaelliti e soprattutto di Rossetti senior per Dante, c’è un bella storia che riguarda il naso del poeta fiorentino, ben raccontata nel libro: Il naso di Dante di Pier Luigi Vercesi, di cui qui trovate un riassunto https://www.quadernidaltritempi.eu/un-pugno-di-lettere-sul-naso-del-poeta/ - libro che, per inciso, è stato quello con cui ho aperto la prima puntata di Tu, io e Proust, se avete voglia la trovate sfogliando la ormai lunga playlist.
Cose che succedono sui social
Il titolo fa giustamente storcere il naso: le cose che succedono sui social non succedono solo sui social, come se i social fossero un livello di realtà completamente scollegato da questo. Forse sarebbe meglio dire: cose che al momento partono sui social. Ma si sa, i titoli devono essere sempre un po’ paraculi.
Aggiungo poi che mi fa sempre sorridere il modo in cui le generazioni adulte guardano e cercano di catalogare il mondo dei nativi digitali, che stanno ricombinando e ripensando l’utilizzo degli strumenti elettronici in modalità nuove e inusitate.
Partiamo da un tema che riguarda più da vicino noi delle vecchie generazioni:
Secondo uno studio dell’Università di Oxford, entro il 2100 Facebook ospiterà circa 4,9 miliardi di profili di utenti deceduti, superando il numero di quelli in vita.
Così cita un interessante articolo di Siamomine sul lutto online e su come viene affrontato: https://www.siamomine.com/lutto-socialmedia-grieftok-comunitalutto-socialmedia/
(mentre scrivevo queste cose mi è venuto in mente che in una vecchia newsletter avevo linkato un post di Leonardo Bianchi sui video creati con immagini rielaborate o ricreate dalle IA di persone morte “che parlano dall’aldià”. Ho fatto qualche ricerca per ritrovarla ma mi sono incagliato nel fatto che 38 newsletter delle 79 newsletter uscite parlano di morte! Evviva. Se mi volete ingaggiare per i vostri party e per serate di grandi risate sapete come trovarmi).
Certo, nessuno, nei mondi virtuali né in quelli reali, muore come si muore a Cabot Cove. Ad esempio questo avventato vecchiettino, deceduto per infarto mentre viene colpito con un canovaccio da una gentile anziana a cui aveva fatto una proposta di matrimonio che non avrebbe dovuto fare (siamo nella stagione 5, episodio 3).
Sempre Siamomine si interroga anche su altre tendenze in questo momento in auge sui social. Come l’hashtag #corecore, che accompagna contenuti spesso legati alla solitudine, alla malinconia, ma soprattutto al tentativo da parte dei giovani creatori di contenuti di dare vita a video non classificabili e non riutilizzabili dal mercato per veicolare messaggi pubblicitari - cosa che si cerca sempre di fare.
Se ne parla in questo articolo, e si parla anche di metamodernismo:
https://www.wgsn.com/en/blogs/marketing-strategy-2024-metamodernism-brands
D’altronde, se tutti lo guardano, vuol dire che posso investirci. Così ragiona ultimamente l’algoritmo di youtube, che è molto peggiorato.
https://blog.hootsuite.com/how-the-youtube-algorithm-works/#How_does_the_YouTube_algorithm_work_now
Se un tempo offriva contenuti nuovi in base ai gusti personali, ora di base propone contenuti virali e ci fa girare all’infinito tra i nostri stessi gusti e le camere d’eco.
Pot-pourri finale
Mappe: l’Antartide, senza ghiacci
Una battaglia che avrebbero dovuto fare prima
Ed è tutto!
Alla prossima!