Scrittori, magia e memoria #34
Questa settimana preparatevi ad affrontare temi intellettuali e profondissimi, argomenti di grande attualità, questioni urgenti che arrovellano l’uomo dagli albori dell’esistenza. Toccherete altezze empiree e profondità ctonie, ma sempre accompagnati da orfiche badilate di link, pizzichi di ironia versati sul cibo come farebbe Salt Bae, incogruenze e altre amenità.
Questa è l’insostenibile leggerezza dell’internet, una simpatica newsletter guascona. Io sono Stefano Rossini, sempre guascone. Questo è Salt Bae, per chi non lo conoscesse (ma non ci credo che qualcuno possa non conoscerlo!)
Libri, magia e memoria
È di queste ultime ore la notizia dell’assegnazione del Nobel per la letteratura, vinto da Annie Ernaux. Solitamente di fronte agli annunci dell’accademia svedese molti cadono dalle nuvole, trovandosi di fronte nomi mai sentiti che un po’ shockano, così:
Ma questa volta non è così. La Ernaux è arrivata all’orecchio anche di chi ancora non l’ha letta, come me, o non è un letterato/editore/giornalista di professione.
Da tempo ne sono intrigato ma non mi sono ancora trovato nell’umore giusto per affrontare il suo libro più famoso, Gli Anni, che tratta di un tema che mi affascina e mi spaventa: la memoria, e soprattutto la fine della memoria. Le prime parole del libro ogni tanto le rileggo per capire se è arrivato il momento di andare avanti.
Tutte le immagini scompariranno.
Lo farò prima o poi. Come in tante altre occasioni proprio il Nobel può essere lo spunto giusto per riprendere.
Un po’ di informazioni e le motivazioni dell’accademia reale svedese: https://www.ilpost.it/2022/10/06/nobel-letteratura-2022/
Le assegnazioni del Nobel, in particolare quello per la letteratura, scatenano sempre una ridda di polemiche. Noi le cavalchiamo linkando questa pagina di cui approviamo lo scarno ma significativo contenuto:
https://www.facebook.com/nobelprizetoalanmoore/
Padre della Lega degli straordinari gentlemen, V per Vendetta, Watchmen, Neonomicon, Alan Moore ha decisamente scritto dei gran capolavori.
Personaggio, diciamo così, un filino eccentrico. Se non lo conoscete rimediate subito o gli occhi del bardo vi fulmineranno. Si può partire anche da Wikipedia.
A proposito di scrittori maghi e sciamani, vale la pena di riprendere in mano il libro della scorsa settimana, La scrittura creativa, di Burrough, che nel primo saggio Dieci anni e un miliardo di dollari, lancia due idee venefiche che per me sono diventate dei tarli.
La prima è che la parola è un virus che replica se stesso in continuazione.
La seconda, valida già al tempo di pubblicazione del saggio (1985), e oggi ancora di più, è che la parola sta tornando alle sue origini magiche. Nata, come tutte le forme di espressione umane, per motivi religiosi e cerimoniali, oggi, la scrittura, soprattutto il giornalismo, è tornata a questa sua funzione originale. Ecco il passo:
Qualche operatore (giornalista/editore) di certo con molta chiarezza e consapevolezza vedeva il giornalismo come un’operazione magica intesa a causare determinati effetti. E la tecnologia è la tecnologia della magia; nel caso di quotidiani e riviste, per lo più magia nera.
Piantano spilli nell’immagine di qualcuno e poi mostrano quell’immagine a milioni di persone. Potete vedere come è facile, se siete padroni di un giornale, mettersi a ficcarci dentro episodi inesistenti; questo è stato fatto e lo si fa continuamente.
Cominciando con l’essere una settimana in anticipo loro (il Time) letteralmente scrivono le notizie prima che succedano; il che spiega perché stampino tante false asserzioni che poi possono anche aver da ritrattare - quante persone leggono la ritrattazione in confronto a quelle che hanno letto la storia falsificata?
Scrivi una cosa, e quella cosa diventa vera.
Memorie e ansie
Quello che ricordiamo è sempre vero? È frutto di una storia inventata? È un glitch (dio se sembro giovane!) della nostra mente? Qui è dove Burroughs fa le iniezioni di droga a Philip Dick ed entrambi ci imbottiscono di LSD.
Per Dick l’anamnesi, la riscoperta della nostra memoria è l’unica forma di conoscenza, che richiama le antiche religioni gnostiche dei primi secoli dell’era cristiana.
E per dirla con un altro suo personaggio, di Ubik: “tutta la tua vita è un’allucinazione a occhi aperti”.
Mettere le mani nella nostra mente può essere davvero destabilizzante:
https://www.itcc.it/falsi-ricordi/
https://www.stateofmind.it/2016/11/falsi-ricordi-memoria/
Il buon Philip Dick su questa newsletter ha fatto visita parecchie volte (#23 e #20), e ci torna ancora qui: https://www.quadernidaltritempi.eu/philip-k-dick-blade-runner-matrix/, ma ora, per chiudere il cerchio e tornare alla calma ripassiamo dalla Ernaux (con una spruzzata di Borges).
https://laricerca.loescher.it/memoria-e-scrittura-tra-ernaux-e-borges/
Ora facciamo un profondo respiro e rilassiamoci.
Pot-pourri finale
Ovvio che non possiamo non parlare di mappe. Questa settimana lo farà per noi l’amico Michele Marziani.
https://www.erodoto108.com/incantami-stupiscimi-raccontami-una-mappa/
Questo è un tweet che parla di giochi per computer, ma anche di visioni del mondo. Dice davvero tanto. Pure troppo!
Siamo arrivati in fondo, con difficoltà, ma ce l’abbiamo fatta. La prossima settimana non aspettatemi perché l’insostenibile leggerezza dell’internet non uscirà. Ci rivediamo venerdì 21 ottobre.
Ciao!